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AVVISI - 13 OTTOBRE 2024

SAMMY BASSO: FEDE E SCIENZA, MALATTIA E SPERANZA

Della sua giovane esistenza (era nato nel 1995) si sa molto grazie alla sua voglia di fronteggiare la malattia e la sua capacità di comunicatore, di chi vuole e sa condividere.
Si era laureato a Padova in Scienze naturali, con una tesi di ingegneria genetica sulla progeria, malattia da cui era affetto. Nominato da Sergio Mattarella Cavaliere dell’Ordine al Merito, si era poi specializzato in Molecular Biology prendendo un’altra laurea. Se il suo viso era scarno e i lineamenti induriti dalla sua patologia, tuttavia il suo sguardo era vivace, penetrante, profondo, così come il sorriso pronto e la simpatia innata.
Volto noto sia in campo scientifico sia in campo mediatico, essendo stato invitato in molte trasmissioni televisive. Il suo amore per la ricerca ha portato i suoi genitori nel 2005 a fondare l’Associazione Italiana Progeria Sammy Basso con lo scopo di raccogliere fondi.
Oltre alla sua vivace intelligenza, deve essere pure ricordata la sua testimonianza di fede, che può anche aiutare a riflettere sul rap-porto tra scienza e fede. Nel nostro tempo, molti sono ancora ancorati alla convinzione che tra queste due realtà ci sia una inconciliabile opposizione di fondo. Non c’è nulla di più sbagliato, se si tiene debitamente conto che entrambe operano su piani differenti.
La scienza, infatti, cerca di spiegare il “come” avvengono le cose,
mentre la fede (come la filosofia) spiega il “perché”: è il compito dello scienziato, per esempio, spiegare com’è nato il mondo, ma sarà premura del teologo (o filosofo) dirci il perché il mondo c’è.
Pur mantenendo gli ambiti distinti, nella reciproca collaborazione, molti pensatori e ricercatori ci mostrano come non ci sia mai una vera contraddizione tra le proposte scientifiche e gli insegnamenti della fede cristiana.

Questa visione sulla realtà, Sammy l’aveva ben compresa, tanto da lasciarci questa stupenda lezione: «La fede è la parte principale, la più intima di me stesso. Potrei dire qualsiasi cosa su di me, ma se non dicessi che ho fede è come se non dicessi niente. Sono credente e spesso magari mi viene anche chiesto come si fa a credere nonostante una malattia genetica così rara. Per me, però, Dio è così grande, cioè una realtà talmente oltre ogni portata, che veramente ogni cosa scompare, perché credo che Dio mi ha dato una vita, mi ha dato una famiglia, mi ha dato degli amici, mi ha dato un mondo dove stare e queste sono tutte cose molto più importanti, molto più grandi di quelle che una malattia può togliere. Della fede cristiana mi piace proprio questo: il fatto che tutti noi fedeli dovremmo cercare di assomigliare a Dio, tenendo però conto che Lui ci ha reso il compito facile, perché è Lui che ha voluto assomigliare tantissimo a noi, ha condiviso ogni cosa con noi: dalla festa al dolore, alla morte». L’augurio da credenti – nella speranza della fede – è che la fine terrena per Sammy Basso sia un nuovo inizio, l’alba della risurrezione.

Tratto dalla rivista “Il Timone”.

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