PASQUA, NUOVA NASCITA
Di don Luigi Giussani
«Dal giorno in cui Pietro e Giovanni corsero al sepolcro vuoto e poi Lo videro risorto e vivo in mezzo a loro, tutto può cambiare. La presenza di Gesù di Nazareth è come la linfa che dal di dentro rinverdisce la nostra aridità e rende possibile l’impossibile: la nascita di un’umanità nuova, come il rinverdirsi della natura amara e arida»
Questa pittura di Segantini (1858 – 1899) mostra una madre che sorregge il figlio che abbraccia una croce elevata fra i campi. Il pittore sembra lodare quella saggezza antica del mondo contadino che afferma con semplicità la fede in Cristo. Quell’abbraccio non può essere un gesto spontaneo del bambino: ma è frutto di una educazione. Di uno stile di vita.
Insegnare ad un bambino ad abbracciare la croce di Gesù non è un atto devozionale o bigotto: ma significa educare al fatto che nella vita non tutto è dovuto, non tutto è facile e scontato. Abbracciare la croce è educare al ringraziamento, al senso di responsabilità, educare a rispondere alla nostra vocazione, prima ancora che al nostro piacere o alla nostra autorealizzazione. La Pasqua di Gesù illumina la nostra vita, spesso misteriosa, e carica di eventi non previsti: lo sbandamento di tanti adulti consiste in una drammatica solitudine ed assenza di futuro.Non può esserci felicità vera, nè pace fra le persone o fra i popoli, senza un faticoso cammino di conversione: senza quell’abbraccio, senza invocazione affettuosa, non può esserci resurrezione.CONTINUA A LEGGERE IL FOGLIO DEGLI AVVISI