Comunità Maria Regina Della Famiglia - Gallarate
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AVVISI - 4 DICEMBRE 2022

I CRISTIANI: CREATURE CHE SPERANO

Sono troppi i cristiani stanchi nel mondo d’oggi. Ci sono troppi cristiani delusi, amareggiati, pessimisti, sfiduciati, che a forza di far cabale su ciò che è successo, hanno perduto lo slancio per guardare verso Colui che sta venendo. E noi – specialmente noi, in quanto vogliamo essere dei contemplativi – dobbiamo sentire che Dio ha diritto che nel mondo ci siano creature che sperano, creature che hanno fiducia, creature che lo aspettano e lo invocano, creature che fanno dell’attesa di Lui l’occupazione della loro vita. Dobbi9amo essere creature che a tutto danno questo significato e questa dimensione: attendere il Signore.

È il nostro mestiere, che è un po’ il mestiere dei Profeti. I profeti aspettavano il Signore. Ed erano talmente straniti – non si può che chiamarli straniti – col loro aspettare il Signore, che risultavano come avulsi, in un certo senso, dalla compagine nella quale vivevano, diventando così significativamente presenti, mentre vi operavano dentro come fermento e un richiamo. È la nostra vocazione in questo mondo. Mentre gli uomini che non hanno fede, coi loro cervelli elettronici, elaborano i dati e ci dicono che nel 2030 faremo questo, saremo là, saremo lì... noialtri gridiamo: “Vieni, Signore Gesù!”. Crediamo nell’avvenire. Non quello fabbricato dagli uomini coi loro aggeggi, ma quello destinato dal Signore con la sua salvezza. Quello che possa capitare domani nessuno di noi lo sa, se vogliamo raccontare il dettaglio o se lo vogliamo interpretare; ma ognuno di noi sa che una cosa succede: che il Signore viene. Viene oggi, viene domani, viene sempre e verrà fino a quando tutto sarà consumato secondo il disegno del Padre.

Questo deve riempirci di serenità. Una serenità che non è superficialità, una serenità che non è mancanza di solidarietà per l’angoscia degli altri; ma una serenità che darà a noi la responsabilità e la capacità di essere profeti in mezzo ai nostri fratelli. Essere presenze stimolanti, presenze che rassicurano, che confortano, che consolano, presenze desiderate come una voce alla quale ci si aggrappa, e una persona fiduciosa alla quale ci sì ancora per andare avanti nella vita”.

Questa responsabilità ogni cristiano deve sentirla maggiormente in questi tempi, per essere il fermento, il lievito in un mondo che tutti definiscono stanco e, che, invece, fermentato dall’avvento del Signore, è alla vigilanza di una giovinezza di cui Dio conosce i segreti.

Questa riflessione deve servirci anche a incrementare la nostra preghiera: “Vieni, Signore Gesù” per la Chiesa di Dio e per tutte le vicende della Chiesa di Dio. Il nostro modo di reagire a tante vicende dovrebbe essere soprattutto questo: pregare che il Signore venga.

È il mistero dell’avvento del Signore che è in causa. Questo mistero, nel quale dobbiamo credere, nel quale dobbiamo sperare, al quale dobbiamo aggrappare la nostra vita, dobbiamo portarlo avanti nell’esperienza quotidiana, in mezzo alle spicciole vicende che ci toccano da vicino e che danno l’occasione concreta perché la nostra preghiera sia più viva, sia più tenace, sia più ferma.

Ecco, quindi, un pensiero per far un po’ di meditazione. Come vorremmo che l’attesa dei primi cristiani che pregavano: “Vieni, Signore Gesù”, rivivesse nei nostri cuori! Come vorremmo che anche le nostre anime vibrassero in questo desiderio profondo e vi trovassero dentro tanto stimolo alla fedeltà, alla generosità! Come vorremmo anche noi, come quelli, avere tanta serena pazienza nell’aspettare il Signore giorno per giorno.

A incoraggiare questo nostro atteggiamento di attesa, questo nostro desiderio che il Signore venga, guardiamo per un momento la Vergine benedetta, la Vergine dell’attesa, la Vergine della speranza.

Domandiamole che ci insegni ad aspettare con la fede, la semplicità, l’umiltà, la limpidezza del suo spirito e del suo cuore. Una attesa di Dio così silenziosa e così composta. Una attesa di Dio tanto intensa quanto quieta e tranquilla; una attesa di Dio così sicura e imperturbabile. Preghiamo la Madonna perché renda anche noi creature che le somigliano. Allora il “Vieni, Signore Gesù” dei primi cristiani avrà un senso e un seguito e sottolineerà anche la storia che stiamo vivendo come una storia nella quale la salvezza di Dio si compie vittoriosa e consolatrice.

don Mauro

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