Avvisi e calendario domenica 01 Ottobre 2017

IL CRISTIANO E LA POLITICA

Viviamo oggettivamente in una società complessa: anche se siamo in Europa, e ce ne rallegriamo a certe condizioni, pur tuttavia vediamo come le complessità si facciano notare a diversi livelli: nella comunicazione, nei diversi rapporti umani, nella distribuzione dei ruoli, nell’essere facilmente interpretati e catalogati prima di essere ascoltati e capiti. E noi dobbiamo prendere atto e saper convivere con questa situazione abbastanza difficile da gestire. Un campo spinoso ma necessario è quello della politica con l’invito ad abbandonare la comoda panchina per buttarsi nell’agone politico dove chi ha più filo da tessere, tessa. dove chi ha più filo da tessere, tessa. (A. Moro). Ma qual è lo stile del cristiano impegnato in politica? Mi avvalgo al riguardo di un discorso significativo del Cardinal Martini a
Sant’Ambrogio (1998). Le nostre Comunità parrocchiali dovrebbero forse riprenderlo con maggior coraggio perché i cristiani al di là della loro militanza partitica possano recuperare alcuni slanci nella presenza, nell’impegno. Occorre, e con urgenza, restituire la necessaria tensione ideale e risaldare il fondamento etico e culturale. Il potere dunque lo si ha per far politica; non si fa politica per avere il
potere. Lo stile del cristiano nell’esercitare il potere è quello del servizio, come ha fatto Gesù, “Ecco io sto in mezzo a voi come colui che serve”. E (sempre Gesù), “Quando avrete fatto tutto quello che “Quando avrete fatto tutto quello che dovevate fare come vi è stato ordinato, dite: siamo servi inutili” servi inutili”
(Lc. 17, 7-10).
Penso sia questo l’atteggiamento fondamentale del cristiano che si misura in politica, l’esperienza della propria povertà e quella della potenza di Dio. Proprio da qui derivano tre atteggiamenti caratteristici.
Oggi vediamo il primo e domenica prossima vedremo gli altri due.

1) La libertà:se ci sentiamo davvero servi inutili, allora siamo davvero liberi; non ci sentiamo schiacciati dal peso oggi insopportabile di dover rispondere a tutte le attese; alla fine uno fa quello che può ed è capace! Non c’è spazio, angoscia, affanno come di uno che pensa gli crolli il mondo addosso se non arriva a certi traguardi. “Disponibili a fare quanto sta in noi a riconoscere quanto ci sta ancora davanti” (Cardinal Martini).
Così ragionando terra a terra, ma non molto, si evita di pensare che ogni mezzo sia lecito pur di raggiungere un fine, si darà sempre la precedenza al bene comune e agli interessi generali e non particolari; si saprà coniugare e mediare un sano pragmatismo con una inalterata tensione ideale che ti aiuta a volare alto!

(segue...)

don Mauro

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