Avvisi e Calendario 12 maggio 2019

ALLE SORGENTI DELLA GIOIA

La gioia cristiana nasce da una buona notizia e questa buona notizia si è fatta uomo, per cui Dio ora è vicino, è a fianco di ogni uomo, un Dio con noi e per noi.
La gioia è causata dall'amore. Gioia e amore si richiamano sempre: è per questo che nella gioia cristiana ha una parte determinante lo Spirito Santo, lo Spirito dell’amore. Essa è un dono: “Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, comprensione, cordialità, bontà, bontà, fedeltà, mansuetudine, dominio di sé” (Gal 5,22).
L’uomo è un essere fatto per la gioia, non per la tristezza.

Il Vangelo è un invito alla gioia e un’esperienza di gioia vera e profonda, è la bella notizia che Dio vuole darci qualcosa di bello e di buono per noi; qualcosa che serve per farci felici. E nel Vangelo, il Regno di Dio è presentato come un invito a partecipare a un banchetto di nozze. Tutto questo perché Gesù vuole la nostra gioia:
“Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena” (Gv 15,11). Dio non vuole la nostra tristezza: “Bene, servo buono e fedele, prendi parte alla gioia del tuo padrone” (Mt 25,21). Anzi, ogni volta che può abbracciare un suo figlio, Dio fa festa: così ha fatto con Zaccheo quando, vedendolo appollaiato sull’albero di sicomoro, lo ha invitato a scendere perché doveva fermarsi a casa sua e “in fretta scese e lo accolse pieno di gioia”; per il ritrovamento della pecorella smarrita, invece, organizza una festa, alla quale invita tutti a rallegrarsi con lui: mentre per il ritorno del figlio che si era allontanato da casa chiede di portare il vitello grasso, ammazzarlo, mangiarlo e fare festa.

Dio ama follemente, da impazzire di gioia.

E’ proprio così. La gioia di Dio si manifesta fin dall'inizio, nel giorno della creazione, quando vedendo la bellezza del mondo, specialmente della creatura umana, la pupilla di io, dicono i rabbini, si è dilatata, fino a far sgorgare una lacrima di gioia divina e piacere divino. Così è cominciato tutto: con un sorriso.
Perché Dio ha creato Adamo e lo ha posto nel giardino di Eden?
Non certo per fare grandi discussioni. Voleva gustare insieme a lui la meraviglia del mondo che aveva creato e che riconosceva come una cosa bella e buona.
Di sicuro si saranno scambiati sguardi e sorrisi compiaciuti di felicità. E penso che Dio si sia divertito e abbia sorriso ancora una volta compiaciuto quando, conducendo Eva, ha visto Adamo esplodere di gioia per “l’aiuto che gli era simile”.

La gioia è davvero, insieme, realtà interiore e manifestazione eterna. Carissimi parrocchiani aiutiamoci a vicenda a vivere nella gioia non stancandoci mai di ripeterlo: la vera gioia ha sempre a che vedere con una relazione con Qualcuno, e questo Qualcuno è Dio.

 don Mauro

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