Avvisi e calendario domenica 29 Aprile 2018

LA SEQUELA COSTA FATICA

Per essere “cristiani” bisogna sentirsi profondamente “discepoli” del Signore. Diversamente sarebbe un controsenso. La nostra vera qualifica evangelica è questa “discepoli”. E’ il nome con cui Gesù chiama coloro che vivono in comunione con lui, imitano i suoi atteggiamenti verso il Padre dei cieli, si uniscono alla sua preghiera e partecipano alle fatiche, alle difficoltà e alle gioie dell’annuncio del regno. Domandiamoci se siamo veramente discepoli del Signore! Discepoli lo si diventa ogni giorno, seguendo il maestro, senza stancarsi di camminare con lui, cioè di credere nella sua parola e di crescere nel suo amore. In questa esperienza meravigliosa ci sono altri che ci hanno preceduto e sono i discepoli del Vangelo, in particolare Maria, la madre del Signore. Forse la storia della loro chiamata ci è nota: non importa! E’ necessario meditarla, risentirla di nuovo, confrontarci, come cristiani con i loro atteggiamenti interiori, per ripercorrere il cammino d’incontro con il maestro, dall'inizio del suo ministero pubblico, fino alla morte e risurrezione e alla venuta dello Spirito santo. Vorrei suggerirvi di rileggere con calma il brano di Marco 10, 17-22, assaporarlo farlo nostro, condividerlo. Partiamo da quella domanda: “Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?” (v.17). Lo chiama, secondo l’usanza del tempo, “maestro”, ma aggiunge l’appellativo “buono” che esprime il senso di stima che nutre verso Gesù. Come cristiani con chi ci consigliamo? Anche in noi può nascere il desiderio di migliorare la vita spirituale e di approfondire l’esperienza di fede proprio mentre viviamo il nostro cammino quotidiano. Chi ci può aiutare in questo cammino di crescita? Il sacerdote che noi liberamente scegliamo come direttore spirituale, cioè come la persona, che, nel nome del Signore, ci è fratello e amico, che segue la nostra vita spirituale, la nostra vita cristiana e ci aiuta a diventare sempre più discepoli del Signore. “Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e g “Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: una cosa ti li disse: una cosa ti manca” (v.21). Qui Marco sottolinea che il maestro guardò con grande simpatia l’uomo che lo interroga, cioè lo amò.Questo sguardo di amore è la chiamata,cioè l’inizio della vocazione di discepolo come lo fu per Pietro (Gv 1,42) e per Zaccheo (Lc 19,5). Lo sentiamo qualche volta lo sguardo di simpatia del Signore sulla nostra vita? Non cerchiamo di girare gli occhi altrove per timore che ci chiami a maggiore impegno! Gesù ha sempre qualcosa da chiedere al discepolo, perché c’è sempre qualcosa di importante che “manca” per rispondere pienamente al suo amore a servizio del suo regno. Se rispondiamo al suo amore con maggior generosità, allora diventiamo più disponibili verso gli altri, più capaci di capirli e di mettere il nostro tempo a loro disposizione. Il discepolo davanti al maestro non riesce a dare alcuna risposta: si trova a disagio. E’ la crisi che nel Vangelo produce sempre una conversione,se però si è attenti a superarla nella fede. “Se ne andò rattristato “Se ne andò rattristato Se ne andò rattristato” (v. 22). Anche questa frase merita molta attenzione. Nella proposta di Gesù c’è una promessa di gioia, cioè la garanzia che abbandonare tutto permette di acquistare un grande tesoro: “Allora avrai un tesoro presso Dio” (v.21) E’ con gioia che dobbiamo lasciare tutto quello che in noi ostacola il realizzarsi del regno, cioè l’azione e la presenza del Signore nella nostra vita. Abbiamo capito? Se vogliamo vivere da autentici cristiani non fidiamoci delle nostre risorse, delle nostre capacità e doti umane; invochiamo la presenza dello Spirito santo e affidiamoci molto a lui.

don Mauro

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Talent Sciò 2018

28 Aprile e 12 Maggio 2018
AUDIZIONI per "IL TALENT SCIO' 2018" - II° edizione

Sai ballare? Sai cantare? Sai suonare qualche strumento?
Se vuoi metterti alla prova vieni alle audizioni:
un gruppo di giudici valuterà la tua esibizione.
Il giorno 27 Maggio 2018, in occasione della Sagra della Comunità,
ci saranno le finali e, se sei stato bravo abbastanza,
potrai portarti a casa la targa del vincitore

Per partecipare alle audizioni:
Quando? 28 Aprile 2018 e 12 Maggio 2018
A che ora? dalle ore 14.00 alle ore 18.30
Dove? Oratorio di Madonna in Campagna - Gallarate

Organizzato dai Vintage

Talent 2018 audizioni

Avvisi e calendario domenica 22 Aprile 2018

IL SIGNORE VINCE LE PAURE

Tenendo sullo sfondo il brano di Marco 16,1-8 ci accorgiamo che l’Evangelista Marco vuole condurci a comprendere come si comportano i discepoli del Signore davanti al fatto della sua Risurrezione: sembrano provare disagio, avvertono in se stessi un senso di difficoltà a incontrarsi col maestro, perfino un atteggiamento di paura e timore che mette in discussione le loro scelte, che erano sbagliate. Essi vengono a scoprire – e noi con loro – la propria fragilità, la propria debolezza; ma Gesù risorto stabilisce con i discepoli un appuntamento che porta alla riconciliazione, alla pace, alla speranza e a una vita nuova nello Spirito. E’ a ben pensare l’invito che il Signore rivolge anche a ciascuno di noi! “Chi ci farà rotolar “Chi ci farà rotolar Chi ci farà rotolarela pietra all’ingresso del sepolcro?” la pietra all’ingresso del sepolcro?” (v. 3) E’ la preoccupazione delle donne che si recano al sepolcro; è l’avvertire di essere impotenti a compiere quel gesto di pietà verso il corpo senza vita del maestro. Questa consapevolezza però non impedisce loro di recarsi al sepolcro, senza tener conto delle effettive possibilità di realizzare il loro desiderio. L’Evangelista sottolinea questo aspetto perché vi vede la condizione ideale del discepolo, che, sul piano umano è incapace di essere all’altezza della sua missione. C’è un secondo particolare in questo episodio da sottolineare: la scelta delle donne come protagoniste delle prime apparizioni del Risorto. Non per nulla, Maria Maddalena e le sue compagne sono le prime a rimanere sorprese della missione che il Risorto, per mezzo dell’angelo, affida proprio a loro presso i discepoli. Egli chiama a seguirlo e manda in missione coloro che sono pienamente consapevoli della loro debolezza e che l’ambiente
circostante riconosce incapaci. Solo così gli è possibile manifestare la sua potenza e la sua grandezza. Anche oggi il Signore predilige quei cristiani che sono umili nell’adempiere il servizio della Parola e perciò confidano nella grazia del Signore, invocano il suo aiuto e pregano per coloro a cui trasmettono la proposta cristiana. Se ci sentiamo umili e, in un certo senso, deboli di fronte alla grandezza e
all’impegno della nostra missione, è proprio allora che siamo forti perché il Signore è con noi. “Non abbiate paura!” (v.6). L’atteggiamento prevalente delle donne davanti al sepolcro vuoto è quello del timore e della paura. Lo notano anche gli Evangelisti Matteo e Luca (Mt 28,5; Lc 24,5). L’annuncio della risurrezione non suscita all’inizio gioia, ma timore, perché prospetta un nuovo stile di vita e ripropone un nuovo modo di incontrarsi col maestro, ucciso sulla croce e rifiutato degli uomini. L’angelo incoraggia le donne: “Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, non è qui… E’ Risorto” (v. 6). Questo annuncio è già di per se stesso un dono,perché offre la grazia per poter vivere il nuovo rapporto con il Signore.“Vi precede in Galilea. Là lo vedrete…” (v.7). La scelta della Galilea come luogo dell’appuntamento con il Risorto non è casuale, lì era iniziato – per l’Evangelista Marco – la vicenda storica di Gesù di Nazareth. Questi discepoli che Gesù vuole radunare in Galilea per incontrarsi con loro non sono “perfetti”.L’avevano abbandonato, eppure Egli li richiama a sé. E’ importante non perdere di vista il Signore che vive nella Comunità e credere che egli è con i discepoli là dove si riuniscono insieme a Pietro. Significa credere che il Signore è presente nella nostra Comunità parrocchiale, la quale con le sue scelte conferma, testimonia e annuncia che egli è veramente risorto, perché i suoi membri si sforzano di vivere da risorti. Proviamo a domandarci: siamo con il Maestro anche quando è faticososeguirlo?

don Mauro

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Avvisi e calendario domenica 15 Aprile 2018

PRONTI A PENSARCI COME “CHIESA DALLE GENTI”

Dopo una prima fase di ascolto capillare, il Sinodo diocesano entra ora in un momento successivo, cruciale per il suo sviluppo. È agli sgoccioli l’invio degli esiti della consultazione di base (frutto del lavoro di confronto e di ascolto fatto dalle parrocchie, dagli operatori della carità, dai preti e dal mondo della vita consacrata; ma anche da parecchie istituzioni educative, come pure da amministratori locali e dai migranti stessi), che ha fatto giungere alla commissione centinaia di risposte. Mostreremo i numeri e la consistenza di questa fase nelle tracce di riflessione che predisporremo per il consiglio presbiterale e pastorale diocesano. La commissione in queste settimane è concentrata e al lavoro per stendere le sintesi e i testi che faranno da guida al momento strettamente sinodale, vissuto dai due consigli diocesani. Sono tante le indicazioni e i suggerimenti che ci sono giunti, come pure le indicazioni di fatiche e punti di tensione su cui lavorare. Emerge tuttavia con sempre maggiore lucidità un punto che fa da architrave al cammino che stiamo costruendo insieme: per essere all'altezza del cambiamento che la Chiesa di Milano sta vivendo non basta immaginare delle aggiunte o delle integrazioni agli stili che disegnano il nostro volto ecclesiale e la nostra vita di fede. Con più semplicità ma anche con maggiore coraggio occorre invece prepararci e a cambiare, a ripensarci come soggetti diversi, frutto di quel “noi” che è il risultato dell’azione di attrazione che il Crocifisso risorto continua ad esercitare nelle nostre vite e nella storia. Un simile cambiamento non avviene a tavolino e nemmeno sarà frutto soltanto di documenti e di decreti. È opera di una Chiesa che tutta insieme si lascia guidare dallo Spirito santo; è frutto di una Chiesa che sa rimanere concentrata nella contemplazione del disegno che Dio le sta facendo realizzare dentro la storia degli uomini. Per questo motivo il lavoro delle parrocchie, il lavoro dei singoli cristiani e delle comunità non è finito: invitiamo tutti a leggere con attenzione le tracce che a breve pubblicheremo sul sito del Sinodo, per continuare a discernere assieme (passando i vari suggerimenti che vi verranno a qualche componente del consiglio presbiterale o pastorale) come Milano può essere Chiesa dalle genti.

Mons. Luca Bressan
Presidente della Commissione di coordinamento
Sinodo “Chiesa dalle genti”
Vicario episcopale Arcidiocesi di Milano

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Avvisi e calendario domenica 08 Aprile 2018

TESTIMONI DI SPERANZA, IRRADIATORI DI GIOIA

Porto nel cuore la bellezza e la freschezza delle recenti feste pasquali come le ho vissute io e, come spero, la nostra Comunità pastorale. Queste celebrazioni (Triduo pasquale) hanno ancora una grandissima forza evocatrice capace di suscitare sentimenti, propositi, passioni interiori nella condivisione del mistero di Cristo. Certo il regista che muove tutti è Lui, Gesù che aveva già preannunciato: “Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me”. Sono proprio azioni umane e divine, Gesù vero Dio e vero uomo, ancora oggi, qui, adesso, per noi soffre, muore, risorge e dà alla sua Comunità la forza di ri-viverequeste vicende sottratte ormai al flusso della storia e perennemente efficaci per tutta l’umanità. E’ un dato: i riti di questi giorni appena trascorsi hanno un valore oggettivo, un’efficacia di fatto; ma bisogna pur aggiungere che anche la dignità, la decorosità, la solennità delle Celebrazioni ha il suo peso, la sua espressività. E questo deve essere un punto di strategia pastorale: tutto il nostro cammino quaresimale di adulti, giovani, anziani e ragazzi deve essere orientato proprio a questo: far capire, gustare e soprattutto far partecipare alle bellezza di questi riti. E quante persone vi concorrono: dai chierichetti, cantori, animatori, lettori, confessori, celebranti e ministranti. Un grazie doveroso a Tutti quanti hanno collaborato per la buona riuscita, testimoniando la bellezza che porta al coinvolgimento! Allora la “pastorale” ha una sua logica intrinseca: dai riti, alla vita; dalla vita ai riti. Il termometro di una vivacità parrocchiale lo si misura proprio da qui! Quando mai avremo vicino a Gesù tante persone come in questi giorni? Quando mai avremo una ricchezza propositiva di toni riguardanti il mistero della salvezza celebrato, proclamato, vissuto come in questi giorni? Allora la Settimana santa è un cardinedella nostra Comunità pastorale! Non saranno mai sufficienti gli sforzi che compiremo per rendere più partecipati questi giorni.
Confido davvero che queste priorità pastorali siano davvero capite e condivise da tutti i parrocchiani con qualunque impegno essi siano presenti nella Comunità. Con il grazie per quanti hanno mosso almeno un dito per la buona
riuscita di questi giorni di grazia, rinnovo l’augurio che la grazia pasqualesi conservi come gioioso ricordo nel nostro cammino. Ed ora? Qual è il nostro compito? Cosa ci aspetta? Ci attende l’impegno di irradiare attorno a noi, con gli atti semplici della vita quotidiana, senza forzature, la gioia interiore e la pace frutti della consolazione dello Spirito. Credere in Cristo morto e risorto per noi, significa essere testimoni di speranza con la parola e la vita. Coraggio! Insieme, da uomini e donne risorte!

don Mauro

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Avvisi e calendario domenica 01 Aprile 2018

CRISTO, E’ VERAMENTE RISORTO!

“In Lui noi possiamo vincere le forze del male. Egli offre a tutti una vita nuova: ognuno può, fin d’ora, aprirsi con amore ai fratelli nell’accoglienza, nel servizio, nel perdono. Sì, in Gesù Risorto, tutto acquista senso e valore rinnovato” (San Giovanni Paolo II) Celebrare la Pasqua non significa essere degli spettatori di questo evento inaudito, sentirne il racconto per l’ennesima volta, ma viverlo insieme al Protagonista. Festeggia la Pasqua chi “prende parte”. Si tratta di morire ed essere sepolti con Lui (il Battesimo, non è altro che questo). Se non siamo “uniti” nella Sua morte, non possiamo esserlo nella Sua Risurrezione. L’ingresso nella vita nuova, il vivere da risuscitati, è possibile solo se abbiamo fatto i nostri funerali… al peccato! Chi ha accolto il dono della Pasqua non può tenerlo per sé. A tutti quelli che lo incontrano il Risorto dice: “andate ad annunciare!” Si tratta di un annuncio a parole,raccontando quanto il Signore ha fatto per noi; e di un annuncio coi fatti, impegnandoci a far morire tutti i germi di morte: oppressioni, violenze, miserie di ogni tipo. Così auguro a me e a Voi.

Don Mauro

 

La Risurrezione di Gesù è la più grande prova dell’amore di Dio per noi. Celebrandola con gioia, la luce dello Spirito Santo ci illumini e ci liberi dalle tenebre della morte. I miei auguri alla Comunità.

Don Casimiro

Gesù è veramente risorto. Alleluia. La Pasqua è l’inizio della nuova creazione: l’Amore ha vinto, come la luce vince le tenebre. Camminiamo nell’Amore per essere creature nuove che pregustano la gioia della loro risurrezione e guardano con fiducia al futuro, superando le difficoltà del presente con l’aiuto del Risorto.
Auguri di Buona Pasqua.

Don Marco