Avvisi e calendario domenica 28 Gennaio 2018

LA FESTA DELLA FAMIGLIA

Carissimi parrocchiani, la festa della Santa Famiglia mette davanti agli occhi l’esempio dell’amore che si dona e si diffonde. La famiglia vive oggi momenti di difficoltà e spesso di disgregazione. Mai come oggi si avverte la necessità di modelli positiviper le relazioni familiari. Il “segno” della Famiglia di Nazareth, nella ”sua semplicità e nella sua forza, ci invita al mistero della vita che non è prodotto dei nostri sforzi, ma che è anzitutto donoe capacità di ascolto. La Famiglia di Nazareth consegna al credente un messaggio importante: obbedienza e libertànon sono in contraddizione,ma danno compiutezza e maturitàad una vita di relazioni in una comunità. L’obbedienza è la forma dell’appartenenza, là dove la libertà non è capriccio ma dono di sé all’altro. E la famiglia è la prima comunità nella quale è possibile apprendere e vivere questa verità. Ma procediamo per gradi: la famiglia oggi è in crisi perché mancano certezze, mancano regole. Ci si lascia prendere da mille cose e si trascurano i rapporti tra genitori e figli, nonni e nipoti, marito e moglie. Si pensa alla palestra, alle vacanze, agli amici e ci si dimentica di Dio, si ha tempo o si cerca di avere tempo per tutto, ma non si ha mai tempo per ascoltare Dio che parla al nostro cuore, che ci guida per il giusto sentiero. Facciamo spazio a Dio nella nostra vita, nelle nostre famiglie, così come Maria e Giuseppe. I giovani, che si preparano a formare una famiglia, mettano Cristo al centro della loro vita di coppia che comporta un impegno per tutta la vita fatta di comunione e di ideali, di principi morali indispensabili per l’educazione dei figli. Nell’Eucaristia odierna, al momento della “colletta” chiederemo a Dio di far fiorire nelle nostre famiglie le stesse virtù della Famiglia di Nazareth; Dio certamente ci esaudirà, ma solo se noi facciamo la nostra parte, se ragioniamo con la mente di Dio.
Facciamo spazio a Gesù nelle nostre famiglie! Gesù, Maria e Giuseppe sono persone amate da Dio e che amano Dio in tutte le situazioni della vita, anche le più dolorose. Testimoniano con la loro vita che sempre Dio sostiene, incoraggia, aiuta a perseverare e ad essere fedeli. Con la Chiesa oggi dobbiamo rendere grazie al Padreper aver donato al mondo questa stupenda famiglia. Al contempo siamo chiamati ad imparare da Gesù, Maria e Giuseppe a ringraziare Dio pere inogni attimo di vita. Sia che in famiglia viva, al di là e nonostante le inevitabili prove, un clima di comunione, di servizio, di reciproco aiuto di amore; sia che sperimenti un infinito scarto tra l’esperienza concreta e i valori in cui – nonostante tutto e sorretto dalla preghiera – non cessa di sperare. Guardando alla famiglia di Nazareth è bene che ciascuno si interroghi se si impegna veramente, e come, a vivere la propria realtà familiare. Maria e Giuseppe sono docilie obbedientialla volontà del Signore; anche se non è sempre facile, o scontato… E il segreto che continuamente tentano di svelare ai cristiani di ogni tempo, è semplicissimo: “vivere in costante dialogo con Dio, in continuo ascolto della sua Paro dialogo con Dio, in continuo ascolto della sua Parola e in la e in confronto sincera con essa”. È questa la sfida quotidiana per ogni credente! . Ma in che misura la si accoglie e la si vive? Care famiglie, il rimedio è quello; non può essere un altro: l’esempio della Sacra Famiglia è e può essere il modello di ogni famiglia!

 

don Mauro

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Settimana Dell' Educazione

Ecco tutte le proposte per la settimana dell'#educazione. Dalla #testimonianza, al #teatro alla festa della #famiglia e di #donBosco, ad un incontro sui #SocialMediaChiara Papaleo Fabio Parolini Lucia Brasca Fma #vedraichebello FOM - Fondazione Oratori Milanesi.

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Avvisi e calendario domenica 21 Gennaio 2018

LA COMUNITA’ ADULTA EDUCANTE

In vista della prossima Settimana dell’educazione (24-31 gennaio), è utile recuperare il significato di alcune parole particolarmente
importanti. Quando parliamo di Comunità educante a chi ci stiamo riferendo? Nel vissuto quotidiano è immediato pensare all’insieme degli operatori pastorali dell’oratorio. Non è sbagliato, purché non si perda la consapevolezza che chi si dedica all’azione educativa può farlo solo se inserito in un vissuto ecclesiale vivo.
Occorre andare oltre un’idea unicamente organizzativa della Chiesa e sentirsi inseriti nella richiesta del nostro Arcivescovo Mario: recuperare il desiderio di iniziare subito il Regno di Dio. Quando parliamo di Comunità educante vogliamo quindi riferirci alla Chiesa nel suo mistero e nella sua missione, visibili oggi in
una Comunità concreta, fatta di uomini e di donne, bambini, giovani, anziani che amano, sperano, soffrono, in un particolare territorio. È una Comunità viva e cosciente di sé, che cammina con la cintura ai fianchi e il bastone in mano, pronta ad uscire perannunciare e vivere il Vangelo della gioia.Soltanto una Comunità che alimenta il desiderio missionario, può generare un’azione educativa vera e seria.Come ci ha insegnato il card. Martini, il vero credente non si esonera mai dalla responsabilità educativa. È un’affermazione forte che ci ricorda che, in quanto adulti, siamo sempre chiamati alla responsabilità e alla relazione educativa con i ragazzi in crescita. L’incontro con i ragazzi e i giovani ci provoca ad assumere peculiari responsabilità umane e sociali, soprattutto oggi che viviamo un contesto culturale in cui spesso sono proprio gli adulti a voler fuggire dalla loro condizione di maturità. In questo senso, la prima preoccupazione di una Comunità educante non è di formare, ma di formarsi! È inoltre bene ricordare che una Comunità può dirsi educante se sa riconoscere l’azione educativa del Padre verso di essa. Una Comunità deve quindi mantenere vivo il desiderio di incontrare la Parola del Vangelo, per rintracciare e assimilare lo stile educativo di Gesù, senza dimenticare la centralità di un vissuto fraterno intenso e l’acquisizione di nuove competenze pedagogiche specifiche necessarie per affrontare la complessità dei bisogni educativi di oggi. La settimana dell’educazione va colta quindi come l’occasione per rinnovare insieme la coscienza di essere educatori in quanto adulti credenti.

don Stefano Guidi
Direttore Fom
Responsabile del Servizio per l’Oratorio e lo Sport
Arcidiocesi di Milano

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Avvisi e calendario domenica 14 gennaio 2018

IL SINODO MINORE

Oggi, si apre ufficialmente il Sinodo minore “Chiesa dalle genti”. E’ la prima convocazione con una celebrazione nella basilica di Sant'Ambrogio presieduta dall'Arcivescovo Monsignor Mario Delpini.

Un’icona biblica accompagna il cammino di questo Sinodo: “Quando sarò innalzato da terra attirerò tutti a me” (Gv. 12,32).

Verrà consegnato a tutta la diocesi un testo che permetterà l’avvio del Sinodo. Poi ci sarà un confronto e un ascolto che permetterà man mano di raccogliere ciò che il popolo di Dio sta vivendo riguardo al tema delle immigrazioni e soprattutto della “Chiesa dalle genti”.

Il testo verrà consegnato in modo ufficiale ai membri del consiglio presbiterale e pastorale diocesani, ai decani e ai consigli pastorali decanali, ma sono pure stati invitati i rappresentanti dei consigli pastorali parrocchiali.

Il documento anzitutto ha una valenza teologica, ricordandoci che effettivamente c’è un disegno universale che noi abbiamo visto in Gesù Cristo, ma anche dalla creazione e dalla raccolta dei popoli dentro cui la Chiesa si colloca dando testimonianza.

Lo sfondo teologico è il contesto giusto per leggere la trasformazione che va inquadrata, ed è il secondo punto, quindi l’aspetto più culturale e antropologico, perché comprende anche le fatiche che facciamo e le paure che abbiamo, fino ad arrivare al momento pastorale vero e proprio, che sta a cuore al Sinodo.

Si tratta di capire come cambia la Chiesa, questa “Chiesa dalle genti”, anzitutto imparando a condividere la nostra fede con i migranti cattolici che arrivano da noi, quindi come cambia anche la pastorale e gli oratori. Cambia anche l’ecumenismo, perché oggi abbiamo tanti ortodossi nelle chiese parrocchiali: con loro non si tratta semplicemente di condividere servizi e prestazioni, piuttosto dobbiamo chiederci come questo interroga la nostra fede e ci rende più maturi come cristiani cattolici. C’è molta attesa!

Come dice il testo, il cambiamento culturale ci interroga al di là dei migranti, per cui l’occasione del confronto sul fenomeno dell’immigrazione diventa il luogo per trarre energie per capire come rimanere cattolici ambrosiani nel momento in cui la cultura rende difficile la traduzione della fede anche ai nostri figli e alle nuove generazioni.

Oggi la trasmissione della fede è diventata faticosa. Il Sinodo è quindi l’occasione, da parte di tutti, per imparare la speranza, respirare speranza e trasmettere speranza.

Per questo Sinodo è stato scelto anche un simbolo una croce perché da una parte ci si vuole ritrovare come termine del Sinodo minore, nella festa di San Carlo, girando la diocesi con la croce, proprio per segnare questa attrazione della croce di Cristo che chiama a se tutte le genti. Dall'altra perché la croce è realizzata attraverso l’innesto di cinque tavole di legno che vengono dai cinque continenti per significare l’idea che la Chiesa raccoglie genti da tutta la terra.

Monsignor Luca Bressan

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Avvisi e calendario domenica 07 Gennaio 2018

IL BATTESIMO DI GESU’

Carissimi parrocchiani, l’odierna festa, che chiude il tempo di Natale, ci offre l’opportunità di recarci, simbolicamente – come ideali pellegrini – sulle rive del Giordano per partecipare ad un misterioso evento: il Battesimo di Gesù e la sua Manifestazione.Gesù, infatti, si rivela come il Cristo, il Figlio Unigenito. Il Battesimo è il dono della vita. Certamente questo dono deve essere accoltoe vissuto. Un dono di amicizia implica un “sì” all’amico e implica un “no” a quanto non è compatibile con questa amicizia, a quanto è incompatibile con la vita della Famiglia di Dio, con la vita vera in Cristo. Abbiamo bisogno di recuperare, a partire dalla Liturgia della Parola di questa solennità, la dimensione profeticae missionariadel nostro battesimo. Qual è il nostro posto nella Chiesa? Ci sentiamo parte di un corpo vivo? Nel Battesimo siamo adottati dal Padre Celeste, ma in questa famiglia che Egli costituisce c’è anche una madre, la madre Chiesa. L’uomo non può
avere Dio come Padre, dicevano gli antichi scrittori cristiani, se non ha anche la Chiesa come Madre. Dunque, il cristianesimo non è una realtà solo spirituale, individuale; una semplice decisione soggettiva che io prendo, ma è qualcosa di reale,di concreto, potremmo dire qualcosa di materiale. La Famiglia di Dio si costruisce nella realtà concreta della Chiesa. L’adozione a figli di Dio, è contemporaneamente assunta “nella” famiglia della Chiesa, inserimento come fratelli e sorelle nella grande famiglia dei Cristiani. E solo se, in quanto figli di Dio, ci inseriamo come fratelli e sorelle nella realtà della Chiesa, possiamo dire “Padre nostro” al nostro Padre Celeste. Questa preghiera suppone sempre il “noi”della famiglia di Dio. Se il dono del Battesimo segna in noi l’inizio della vita nuova secondo lo Spirito di Cristo, quali sono i frutti di questo sacramento nella nostra storia quotidiana? Nel Battesimo non agiamo solo noi col desiderio di essere lavati e con la preghiera di ottenere il perdono. Nel Battesimo agisce Dio stesso, agisce Gesùmediante lo Spirito Santo. Dio agisce, è presente qui, oggi,attraverso
il fuoco dello Spirito Santo. Ma non agisce in modo magico; agisce solo con la nostra libertà! Non possiamo rinunciare alla nostra libertà. Dio interpella la nostra libertà,ci aiuta a cooperare con il fuoco dello Spirito Santo. Queste due cose debbono sempre andare insieme. Il Battesimo rimarrà per tutta la vita dono di Dio,il Quale ha messo il Suo “sigillo”su di noi. Ma sarà poi la nostra cooperazione, la disponibilità della nostra libertà a dire quel “sì”che rende efficace l’azione divina.
Ci ricorda il Catechismo della Chiesa cattolica ai numeri 1253 – 1255: “Il Battesimo è il sacramento della fede. La fede pe l Battesimo è il sacramento della fede. La fede però ha bisogno della ò ha bisogno della Comunità dei credenti. È soltanto nella fede della Comunità dei credenti. È soltanto nella fede della Chiesa che ogni fedele Chiesa che ogni fedele può credere. può credere.La fede richiesta per il Battesimo non è una fede La fede richiesta per il Battesimo non è una fede perfetta e erfetta e matura, ma un inizio che deve svilupparsi matura, ma un inizio che deve svilupparsi ma un inizio che deve svilupparsi… il Battesimo è l … il Battesimo è la sorgente a sorgente della vita nuova in Cristo, dalla quale fluisce l’intera vita cristiana. ntera vita cristiana. Perché la grazia battesimale possa svilupparsi è importante l’aiuto dei Genitori. Questo è pure il ruolo del Padrino e della Madrina, che devono essere dei credenti solidi, capaci e pronti a sostenere nel cammino della vita cristiana il neo – vita cristiana il neo –battezzato battezzato battezzato…” Troviamo oggi il tempo di lasciarsi interpellare da queste domande: Che cosa ne ho fatto del mio Battesimo? Vivo coerentemente al dono della vita ricevuto? Ci sentiamo figli dello stesso Padre?

don Mauro

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