Gruppi di Ascolto

Nati nel 1991 per volere dell’allora Card. Martini e con il prezioso contributo dei Padri Oblati di Rho. iniziava così la “Missione Cittadina”.

La nostra Comunità ha risposto generosamente, aprendo le porte delle nostre case alle lettura del Vangelo. Nascono così i Gruppi di Ascolto della Parola di Dio.

 Animati e guidati da laici, formati dagli stessi Padri Oblati, un volta al mese entrano nelle case di famiglie del nostro quartiere. Sono realtà molto importanti perché la Parola di Dio viene letta, meditata e condivisa in una nuova dimensione, quella familiare. Chiunque può partecipare, e chi vi partecipa si sente accolto.

Papa Francesco definisce “Chiesa in uscita” una Chiesa missionaria, una Chiesa che va verso la gente, una Chiesa che entra nelle case, una Chiesa che ascolta.

Tutto questo sono i Gruppi di Ascolto del

Vangelo.

Attualmente, sono undici i Gruppi di Ascolto nella nostra parrocchia.

Questo vuole essere anche un invito, sia alle famiglie, che vogliono unirsi in questa Divina esperienza, ad aprire la propria casa, sia a chi vorrebbe diventare un animatore del Vangelo.

POLENTA e PIZZOCCHERI

Una goccia di latte per ALEPPO (Siria) Aiuto alla Chiesa che soffre (ACS) PROPOSTA CARITATIVA DELLA COMUNITA PER IL TEMPO DI AVVENTO IL RICAVATO DEL PRANZO SARA’ DEVOLUTO A QUESTO PROGETTO.

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• POLENTA e SALSICCIA €. 8.00
• POLENTA e GORGONZOLA €. 8.00
• PIZZOCCHERI €. 8.00

POLENTATA 10 DICEMBRE_A4

Avvisi e calendario domenica 26 Novembre 2017

TRE MOTIVI PER SPERARE

Avvento, l’attesa è una componente dello spirito umano tra le più profonde: se manca questa dimensione ogni cammino rimane senza speranza. E senza speranza non c’è vita. Ma nel nostro contesto c’è ancora capacità di attesa? Se sì, di chi? Di che cosa? Come la possiamo vivere questa attesa?

Gli interrogativi si accavallano in modo tumultuoso: ma che cosa non c’è di tumultuoso in questo vorticoso fine anno? Mi pare bello dunque rinchiuderci per qualche momento nella “cella interiore” del nostro silenzio e individuare nel segreto le motivazioni per cui un credente può guardare al futuro con speranza.
1. Il motivo di fondo per cui un cristiano non deve perdersi di fiducia è che il Regno avanza, il Signore viene: questa è la verità delle cose. Sì, in modo impercettibile, senza far rumore, senza telecamere o microspie, ma attraverso le sottili percezioni della coscienza, questo Gesù si rivela il vero “Signore” della storia, di ogni uomo, di ogni tempo, di ogni situazione. Ne ho avuto qualche esperienza proprio in questi tempi: persone che sembravano lontane, miscredenti “pecore perdute” hanno invece dimostrato in alcune situazioni esistenziali (dolore, malattia, prove di ogni genere!) un vero bisogno di Dio, la ricerca del suo volto.

2. Voglio sperare inoltre in un forte rilancio dell’evangelizzazione: le forme si semplificano per certi aspetti (si privilegia l’annuncio, la fede e non invece superstizioni, forme magiche) e si tende a ricercare forme non sospette che ti diano certezze nel cammino della vita. Come si spiega la diffusione di forme orientali di preghiera o ricerca di sette e religioni esoteriche se non con il bisogno struggente di Dio cui appoggiarsi nelle diverse circostanze della vita? Come comunità ci troviamo forse impreparati: abbiamo bisogno di lavorare con maggior precisione: la messe è davvero molta!

3. Infine, guardando fuori casa, con lo sguardo rivolto alla società, alla polis, vorrei sperare in una riduzione di tensioni, di un tasso di conflittualità che si avvicina ad una soglia pericolosa! Ma questo la somma di comportamenti individuali e collettivi in cui si assommano rivendicazioni selvagge, pretese impossibili, truffe inimmaginabili: la miscela è forte e la detonazione potrebbe accadere da un momento all'altro. Non voglio essere un sognatore svampito né un becchino saccente, ma invito ad alzare il tiro della speranza perché quanto abbiamo ricevuto in eredità, non si sgretoli sotto lo sguardo dell’indifferenza! Bambino Gesù, aiutaci a sperare di più.

don Mauro

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Avvisi e calendario domenica 19 Novembre 2017

OGGI, SARÒ IN FESTA CON TE

Mi scuso con i parrocchiani di Arnate se in questo numero parlo della Festa patronale di Madonna in Campagna, ma sono convinto che riscoprire il vero motivo per fare festa, riguardi un po' tutti.

“Nell’anno 1948 nel clima di ritrovato entusiasmo del dopo guerra e della novella parrocchia, nasce il Palio dei quattro rioni!” 

Anno dopo anno, eccoci arrivati al 69° Palio(1948-2017). Pur conoscendo qualche fatica e un po’ scoraggiati dalle procedure burocratiche sempre più asfissianti e complicate eccoci finalmente arrivati a vivere la nostra Festa patronale. E una Festa è sempre vissuta con la sua nota di gioia! Luci, voci esultanti, sorrisi, suoni, amici e parenti, riti… tutto fa gioia.

Ci domandiamo: c’è ancora posto nel cuore della nostra gente, frettolosa e distratta, in un momento di violenze e di odi sempre insorgenti, nel cuore di uomini storditi da un chiasso creato per dimenticare il vuoto di cose belle e buone? C’è ancora senso in costoro per la nostra Festa?

Per chi ha la fortuna di credere ed attento ai richiami di Dio sente il bisogno anche di una Festa. Egli sa che la sua vita si pone in un quadro più vasto del suo, si sente parte di una Comunità che ha una storia più grande della sua piccola storia. Riti e celebrazioni, concentrati in un sol giorno, ci fanno rivivere tutto un arco di vita storica, ricca di valori che non devono essere dimenticati.

Ben venga la nostra Festa a ricordarceli e a riviverli, così come li hanno vissuti i nostri padri. Le foglie che, in questo autunno, cadono ad una ad una sotto i nostri occhi, lasciando i rami nudi e spogli, fanno pensare alla caducità delle cose umane. La nota di fondo, il vero senso e significato di ogni Festa devono venire da un attaccamento a ciò che dura oltre il tempo. La vita di ognuno di noi si spoglia, ogni giorno, di tutti quei fronzoli che, per troppi, sono il motivo unico per vivere. Il tempo fa perdere i soldi, distrugge la bellezza, fa svanire i sogni dorati, corrode la salute.

Sono foglie che cadono…! La vita di una pianta è nelle radici, nel tronco che sfida il crudo inverno. La vita di un uomo è radicata in un rapporto con Dio, nella preghiera, alimentata e sorretta dalla fede, donata agli altri nell'amore.

E’ questo il richiamo che ci offre la nostra Festa patronale. Preghiera, Fede, Amore,tre parole, un solo impegno per noi!

E’ un invito che mi permetto di rivolgere a tutti gli impegnati nella pastorale, ai parrocchiani di buona volontà, per una testimonianza sincera ai fratelli lontani. In questo ci aiuti e ci guidi Maria, la nostra cara Mamma e Patrona.

don Mauro

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Avvisi e calendario domenica 12 Novembre 2017

“STATE PRONTI”, IL SIGNORE VIENE!

Buon anno religioso! Sì con oggi la Chiesa inizia ancora la sua corsa verso la Pasqua eterna attraverso lo strumento dell’anno Liturgico. Di anno in anno, sempre più e meglio ci avviciniamo al mistero di Gesù che sarà pienamente svelato nell’incontro con Lui: oggi sotto i segni, domani a faccia a faccia. Il ritmo dell’anno liturgico è quello basato sull’ottavo giorno (la domenica!) e sui tempi forti (Pasqua - Pentecoste - Natale) e sul tempo ordinario (le domeniche per annum!). Dunque oggi è Avvento:attesa, desiderio che ci sia qualcuno che venga a sbrogliare la matassa delle nostre difficoltà quotidiane ed esistenziali (perché viviamo, per chi viviamo, qual è il senso della nostra vita, su chi o che cosa mettiamo la fiducia). Con oggi, per noi ambrosiani, inizia il periodo di sei settimane chiamato Avvento. Come dice il nome stesso ci prepara alla celebrazione del Santo Natale. Le norme liturgiche parlano chiaro: “Il tempo di Avvento ha una doppia caratteristica è tempo di preparazione alla solennità del Natale, in cui si ricorda la prima venuta del Figlio di Dio fra gli uomini e contemporaneamente è il tempo in cui attraverso tale ricordo, lo Spirito viene guidato dall’attesa della seconda venuta del Cristo alla fine dei tempi”. E’ il Signore l’oggetto della nostra attesa: a Lui dobbiamo andare incontro; con la parola, con i gesti concreti, con la speranza viva che la storia umana dovrà fare i conti con Lui: e sperare che siano conti positivi perché tutti noi “siamo stati redenti dal Tuo sangue prezioso”. Quali allora gli atteggiamenti fondamentali da suggerire ad ogni credente?

1. La vigilanza su se stessi per andare incontro al Signore con fruttuosa operosità, vincendo l’inerzia, la pigrizia che ci spinge a guardare attorno a se ma non muovere nemmeno un dito: “State pronti!” lo sentiremo spesso questo richiamo che ci spingerà a qualche leale confronto con la Parola, abbondantemente proclamata e spiegata.

2. Costruirsi una piccola regola di vita per togliere ciò che dispiace a Gesù e allargare il cuore all’amore del Padre e dei fratelli. L’Eucarestia ben partecipata, frequentata, adorata, dia dunque slancio e propositi seri a tutti i componenti di questa Comunità pastorale nella speranza di sentirci meno estranei gli uni agli altri. E’ l’augurio carico della speranza che non delude.

don Mauro

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Avvisi e calendario domenica 05 Novembre 2017

CRISTO RE DELL’UNIVERSO

Carissimi parrocchiani, non è facile parlare di re e di regalità oggi, nella nostra cultura occidentale in cui, a parte qualche lodevole eccezione, sono scomparsi regni e dinastie. Lo stesso concetto di “re” e di “regno” è totalmente alieno dal pensiero moderno, soprattutto giovanile, tanto che rimanda a tempi ormai lontani, a fiction televisive che rimangono appunto “fiction” cioè finzioni. Finzioni, non realtà!

E invece, la liturgia odierna celebra e ripete con verità che Gesù di Nazareth è il Cristo di Dio, è il Re d’ Israele, è il “Re di giustizia di amore e di pace” per tutti coloro che gli aprono il cuore e si giocano la vita su di Lui.
Che Gesù sia “Re”, è riconosciuto anche dai suoi nemici che condannandolo a morte, scrivendo la motivazione della condanna lo chiameranno “Gesù Nazareno Re dei Giudei” (I.N.R.I.). Umanamente parlando è ben strano che un condannato alla morte più obbrobriosa, quella della croce, sia proclamato Re. Di fonte a questa affermazione, bisogna schierarsi!!

Si schierarono i sommi sacerdoti che puntualizzano, Egli ha detto: “Io sono Re”; si schierarono i due ladroni condannati con Lui; uno lo deride e lo provoca, l’altro lo prega e invoca: “Ricordati di me quando sarai nel tuo regno”. E il condannato troverà per quel suo gesto di umiltà e di preghiera, la via della regalità di Cristo che si piegherà su di lui per perdonarlo, riempirlo d’amore e dargli la certezza del perdono: “Oggi sarai con me in Paradiso”.

Questa regalità che si piega sugli ultimi, sui pentiti di cuore, su chi dal mondo non è amato, è la regalità di Cristo. E ogni volta che la Chiesa, corpo di Cristo, sposa del suo Signore, ne segue le orme essa stessa trova forza, gioia e pace.

Non solo in Lui per cui tutto viene e noi stessi veniamo e siamo già collocati nel Regno, ma per Lui noi uomini e universo intero siamo, esistiamo e camminiamo verso la rivelazione della sua pienezza, verso la manifestazione completa della sua gloria e della sua regalità.

Riconoscere e credere la regalità di Cristo Gesù significa allora impegnarsi perché il suo Regno, che non è di questo mondo, possa far giungere i suoi riflessi in questo mondo; significa lottare con tutte le forze, con intelligenza e volontà perché venga il Regno del Padre. Il Regno del Padre è lo stesso Regno di Gesù. Così la Regalità di Gesù non sarà un sogno, ma un impegno; sempre e per tutti!

E ai giovani che amano i leader ricordo: Gesù è il leader più amato e più rifiutato dalla storia. Egli è diverso da tutti eppure cercato, amato e ….wanted !! Ancora oggi, come nei secoli passati, come nei secoli che verranno Egli non è campione che passa, Egli è “il campione”, egli è “l’Assoluto”. Chi si è giocato la vita per Lui, ha trovato il senso della vita, la gioia, la pace; anzi è diventato costruttore di pace.

Bisogna incominciare, provando da oggi.

don Mauro

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