Avvisi e calendario di domenica 26 ottobre 2014

giornatamissionariaI DOMENICA DOPO LA DEDICAZIONE

Giornata Missionaria Mondiale

Il tema del 2014 per la Giornata Missionaria è: “ Periferie cuore della missione”. Don Antonio Novazzi, responsabile della pastorale missionaria della diocesi, ricorda come sia lo stesso Papa Francesco a chiederci di riscoprire la ricchezza di essere una Chiesa in uscita. Di fronte alle situazioni di fragilità, di difficoltà non dobbiamo chiuderci, ma andare proprio verso quelle realtà che possono aiutarci a riflettere.

In questa “ Domenica del mandato missionario”, è rassicurante riascoltare la promessa del Risorto di rimanere sempre con noi!

In un contesto sociale come il nostro, ormai così ampiamente secolarizzato, in cui anche noi ci accorgiamo di non essere all’altezza del grande compito affidatoci dal Signore, questa sua parola ci riempie il cuore di fiduciosa speranza. Perciò, se spesso ci accorgiamo di non riuscire a trasmettere i suoi insegnamenti (cfr. Mt. 28,20) nemmeno ai nostri cari, non lasciamoci cadere le braccia! Ricordiamoci che il Risorto rimane con noi e che, come avvenne per Cornelio e la sua famiglia, lo Spirito Santo predispone infaticabilmente le coscienze delle persone ad accogliere il Vangelo. Affrontiamo, quindi, le difficoltà della testimonianza cristiana nei “ luoghi di missione” in cui viviamo con la stessa gioiosa docilità allo Spirito dimostrata da Simon Pietro. Ben oltre quanto umanamente prevedibile, lo Spirito riuscirà, anche mediante noi, a sospingere le persone, persino quelle più lontane dalla fede, a cercare e trovare Dio. Anzi a rincuorarci ancora di più è la consapevolezza che lo Spirito Santo prima di agire nelle persone alle quali cerchiamo di “annunciare di giorno in giorno la sua salvezza” evangelizza la parte del nostro” io” che ancora gli oppone resistenza. Effettivamente, dobbiamo confessare che, pur cercando di vivere con fede e di essere così “ missionari” nella quotidianità, certe volte ci atteggiamo come ci richiama 1 Cor. 1,17-24 da orgogliosi sapienti. Pensiamo di saperne “abbastanza” per la nostra vita spirituale e anche – perché no? – per insegnare agli altri a vivere da cristiani!

Ci comportiamo un po’ come quel professore universitario che si recò a far visita a un celebre maestro giapponese, per apprendere da lui la vera sapienza della vita. Il saggio servì il te: colmò la tazza del suo ospite, e poi continuò a versare, con espressione serena e sorridente. Il professore guardò traboccare il te, tanto stupefatto da non riuscire a chiedere spiegazione di una distrazione così contraria alle norme della buona creanza; ma, a un certo punto, non potè più contenersi: “ è ricolma! Non ce ne stà più!”. Come questa tazza, disse il saggio imperturbabile, tu sei ricolmo della tua cultura, delle tue opinioni e congetture erudite e complesse: come posso parlarti della mia dottrina, che è comprensibile solo agli animi semplici e aperti, se prima non vuoti la tazza?

Che lo Spirito Santo ci spinga a “svuotarci” della nostra presunta sapienza e del nostro orgoglio.

In questa domenica del “ mandato missionario” il Risorto rammenta anche a noi: “ di questo voi sarete testimoni”

( Lc. 24,48). Ossia: fate trasparire la vostra speranza in una vita destinata a un esistenza risorta come la mia. Sì, se abbiamo l’umiltà di svuotarci di tante nostre certezze, il Risorto ci donerà il suo Spirito.

La Giornata Missionaria Mondiale risvegli in ogni fedele la passione e lo zelo di portare a tutto il mondo il Vangelo

don Mauro

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ECCE HOMO

20141023EcceHomoSabato 25 ottobre alle ore 21, al Teatro Nuovo, andrà in scena lo spettacolo ECCE HOMO di Lucilla Giagnoni. Il titolo si rifà alla frase che viene attribuita a Pilato quando mostra Gesù alla folla: "Ecco l'Uomo!".
L'autrice e attrice, da anni concentrata ad interpretare testi sacri in stretto dialogo con la poesia e la scienza, utilizzando la tecnica teatrale del monologo, porta in scena la doppia storia di un legno: da una parte quella del Crocifisso, dall'altra quella di Pinocchio, il racconto di Carlo Collodi, noto in tutto il mondo. E così, con un pezzo di legno che prende vita in carne ed ossa, assistiamo ad una storia di salvezza da leggere con occhi di uomini in cammino.
Per avere maggiori informazioni sullo spettacolo e l'interprete accedete alla scheda tecnica.

Info su Acquisto e Prenotazione Biglietti
Info sulla Stagione Teatrale 2014/2015

Incontro del 30 settembre 2014

Di seguito il numero del Periodico parrocchiale INCONTRO n° 3 - ottobre 2014

PDF Incontro 2,41 Mb

Avvisi e calendario di domenica 19 ottobre 2014

PapaPaoloVIDEDICAZIONE DEL DUOMO DI MILANO

Oggi il Papa bresciano Paolo VI sarà proclamato beato. Paolo VI è stato un grande Papa. Tra i documenti del pontificato montiniano metto l’Enciclica sul dialogo Ecclesiam Suam (1964), quella della scelta di campo accanto ai popoli poveri che è la Populorm progressio (1967) e l’esortazione apostolica sulla gioia cristiana Gaudete in Domino (1975). Tra gli atti, il pellegrinaggio in Terra Santa (1964), la missione all’Onu (1965), le visite pastorali in tutti i continenti (è il primo papa viaggiatore in epoca contemporanea). Tra i gesti, la richiesta di perdono ai fratelli separati (1963) e il dono della tiara ai poveri. Infine il “pensiero alla morte”, o testamento, con lo straziante saluto a “questo mondo immenso, misterioso, magnifico”. Il suo capolavoro fu la conduzione del Vaticano II : eletto per quell’impresa, la compì con sicurezza e nei 15 anni turbinosi in cui fu papa seppe evitare che si compissero scismi e fratture irreparabili nel corpo della cattolicità. Nel decentramento delle funzioni e dei poteri all’interno della Chiesa, nell’apertura ecumenica, nelle trattative con i paesi comunisti è giunto senz’altro più avanti di quanto veniva richiesto dall’insieme dei Vescovi. Nell’etica sessuale e nella disciplina del clero, invece, le sue decisioni sono state spesso di segno restrittivo rispetto alle attese più diffuse. Paolo VI ha avviato una riforma del governo centrale della Chiesa che – a mezzo secolo della sua elezione – non è ancora completata, ma che nessuno dei suoi successori ha sconfessato, e che Papa Bergoglio ora sta riprendendo dove Egli l’aveva lasciata. Sotto la sua guida, e in seguito a una sua chiara indicazione, i padri conciliari stabilirono sull’ Ufficio dei Vescovi (1965) che le decisioni delle Conferenze Episcopali, su materie previste di diritto canonico, fossero vincolanti per i singoli Vescovi, facenti parte di ciascuno di esse. Fu  una scelta di portata storica, la prima dopo il Concilio di Trento in poi, che abbia segnato un’inversione di tendenza: dalla centralizzazione al decentramento. L’Ecumenismo è stata una delle sue attività centrali. Ma ci sono anche campi nei quali Paolo VI ha svolto una tenace, impopolarissima azione di contenimento delle tendenze innovatrici: per esempio, quello dell’etica sessuale. l’Enciclica Umanae Vitae del 1968, che riaffermava la proibizione tradizionale dei metodi “ artificiali” di controllo delle nascite e la dichiarazione del dicembre 1975 su  “alcune questioni di etica sessuale”, sono i suoi documenti importanti in materia. Strettamente legata alla difesa della tradizione cattolica in campo sessuale è l’azione svolta da Paolo VI nella riaffermazione del celibato dei preti. Paolo VI sin dagli anni cinquanta aveva sostenuto l’importanza dei laici per la vita della Chiesa. Non gli fu difficile il 2 Ottobre 1974 esortare i membri del Pontificio Consiglio dei laici con queste parole:”l’uomo moderno, impegnato nella conquista e nell’utilizzazione della materia, ha fame di qualcos’altro, prova una strana solitudine. Il cristiano che si dona completamente a Gesù Cristo conosce un altro mistero che è più insondabile della materia. Il mistero di Dio che invita l’uomo a una condivisione di vita in una comunione senza fine col Padre il Figlio e lo Spirito Santo … occorrono oggi più che mai dei testimoni dell’invisibile. Gli uomini di questo tempo sono esseri fragili che conoscono l’insicurezza, la paura, l’angoscia. I nostri fratelli hanno bisogno di incontrare fratelli che irradino la serenità, la gioia, la speranza, la carità, malgrado le prove e le contraddizione che toccano anche loro …”. Montini insomma, seppe dar voce alle domande e al dramma dell’uomo contemporaneo, offrendo la bellezza di una risposta persuasiva: Cristo, verità dell’uomo! La sua beatificazione è un atto ecclesiale ma anche una proposta alla città di Milano.

Don Mauro

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Avvisi e calendario di domenica 12 ottobre 2014

sacrafamigliaVII domenica dopo il Martirio di S. Giovanni Battista Anno A

In queste ultime settimane si sente parlare spesso di Famiglia. L’apertura del Sinodo straordinario su Matrimoni e Famiglia che tenterà di rispondere all’interrogativo: quale’ via per fare apparire la proposta della chiesa giusta e opportuna, strategia di futuro per tutti, rispetto ad una mentalità preda di individualismo e relativismo? Riporta l’attenzione su questa importante istituzione.
Siamo invitati a guardare e studiare i problemi concernenti lo sviluppo e il progresso della famiglia.
Sento poi questo dovere guardando alla situazione che anche qui, come altrove, si determina: famiglie brave, generose ma molto fragili che per un nonnulla si sfasciano e si sradicano!
Per non parlare poi della paura che i giovani e non solo loro hanno di dover affrontare questo passo: vi preferiscono l’aleorità del matrimonio civile, o addirittura il rifiuto di ogni forma consensuale con la convivenza più o meno pacifica. Ma anziché perdermi nelle lamentazioni inutili e sterili, preferisco orientare lo sguardo sulla positività, ben sapendo però che non c’è molta speranza che una società malata guarisce se non c’è una famiglia sana. Una delle prospettiva più belle per ogni famiglia è guardare l’ideale della Famiglia di Nazareth: lì ci sta una famiglia riuscita, completa, ordinata, ma non certo privilegiata in ordine alle prove e alle difficoltà. Giuseppe è chiamato “giusto” non per una giustizia legale esteriore, ma perché è disposto nella sua vita ad accettare il piano di Dio che progressivamente gli si manifesta. Essere un uomo che dice “sì”, non sapendo cosa questo gli comporterà e dove lo condurrà: si trova a vivere con Maria “in cinta per opera dello Spirito Santo” qui viene provata la sua fede, ma dice sì; si affida a Dio “fai come tu vuoi questa storia; io sono a tua disposizione!”. Quello sottolineare in tutto questo è L’atteggiamento di fede comune a Maria e Giuseppe: questo vive un sì, anche se non pronunciato:“accolse Maria nella sua casa”.
Anche la famiglia nasce da un “sì”, detto con trepidazione all’altare, e vissuto poi nella quotidianità delle case! Quanti sì, quanti amen si devono esprimere: non sempre volentieri ma talora col collo storto; ma ogni famiglia deve credere che c’è una potenza divina superiore alle nostre forze che l’accompagna, la sostiene.
Mi sembra bello che ogni comunità familiare legga la propria storia dentro questo contesto più grande: il Signore sa perché sono qui, Lui sa cosa vuole e non tarderà a farmelo capire. Così diventano giusti gli sposi, come Maria e Giuseppe quando si aiutano, nella luce della fede a leggere  la storia ed essere luce l’uno per l’altro, non dimettendo mai la loro responsabilità. Abbiamo bisogno di padri e madri non solo di sposi ne tantomeno di uomini e donne! I nostri figli hanno bisogno di padre e madre non di amici: ma non ci dice proprio nulla il fenomeno inquietante di adolescenti che fuggono di casa o si tolgono la vita perché hanno ricevuto tante cose, ma non un papà e una mamma in ascolto senza l’orologio in mano?
Maria e Giuseppe la coppia più bella del mondo ci aiuti a capire qualcosa sulla nostra chiamata!

don Mauro

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Avvisi e Calendario di domenica 5 ottobre 2014

MariaGabrieleVI domenica dopo il Martirio di S. Giovanni Battista Anno A

Mai come in questi giorni sono utili le invocazioni a Maria, perché cessino le guerre nel mondo e torni la pace. Ma ancor di più è necessaria la Pace dentro di noi per ottenere pace nel mondo. Noi invochiamo sì Maria, ma è Maria che ci prega in continuazione e ci invita a chiedere con insistenza Pace per i nostri cuori, affinché regni in noi la Pace vera donata da Gesù.

Tutto parte da qui, da ogni donna e ogni uomo. Se siamo in pace con noi stessi e poi con gli altri, creiamo intorno a noi e nel mondo che ci circonda, un alone di bene, di speranza. Questa cosa fa quasi paura all’inizio; anche ci ci sta vicino infatti si accorge che c’è qualcosa che cambia e il cambiamento può spaventare inizialmente.

Maria stessa ha provato questi sentimenti all’annuncio rivoltole dall’angelo, e poi molte volte ancora nella sua vita.

La pace nasce se si fanno le scelte giuste, scelte figlie di ragionamento e preghiera con Dio. Lui sa che cosa è veramente giusto. La vita ci mette d’innanzi continui bivi, e noi possiamo fare o quello che ci chiede Dio oppure quello che ci passa per la mente sul momento.

Noi dobbiamo allenarci a capire cosa vuole Dio per ottenere la pace.

Bisogna decidere in tutta libertà se uscire da se stessi, sbilanciandosi verso il cambiamento o se restare fermi e chiusi in se stessi.

Maria ha scelto sempre di fidarsi e affidarsi a Dio, noi facciamo più fatica, ma dobbiamo imitarla, per il bene nostro e del mondo intorno, in tutte le piccole scelte che facciamo.

Così nasce la Pace, e se si sbaglia si chiede perdono a Dio 70 volte 7 e ci si perdona reciprocamente.

Non abbiamo scuse in questo, Dio ci ama e ci libera, e anche se facciamo sempre tutto giusto, certo la Pace sarebbe matematica, ma non saremmo liberi e per fortuna lo siamo, anche di sbagliare e di usare l’arma di pace più potente che c’è, la riconciliazione.

Festa grande se ognuno di noi ci impegnerà come Maria.

Preghiamo per questo e poi certamente per tutti i conflitti che nel mondo ogni giorno portano morte e devastazione tra i nostri fratelli. La nostra Terra Santa, la Libia, la Siria, l’Iraq e l’Ucraina solo per citare i conflitti armati più vicini al centro delle nostre preghiere.

“Maria, Regina della Pace, prega per noi!”.

don Mauro

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